sabato 29 agosto 2009

Morte in galera

S'avverte un clima pesante nell'Italia di questa estate torrida. Il caldo afoso, si sa, rende la vita più faticosa, c'innervosisce. Nelle carceri sovraffolate i disagi sono al limite della tortura, e la gente muore....100 dall'inizio dell'anno. 35 suicidi, tra i quali anche episodi oscuri come le morti di Aldo Bianzino, Stefano Frapporti e Manuel Eliantoni. Finire in mano ai tutori dell'ordine a volte può costare caro, come sta a dimostrare il caso di Federico Aldrovandi o la sospensione dello stato di diritto sostituito da una "macelleria messicana" durante il G8 di Genova.

Invece in sudamerica le macellerie le hanno chiuse e i macellai messi in galera. In Uruguay, ad esempio, se un poliziotto sbaglia, abusando violentemente della sua autorità, viene incarcerato in poche ore per ordine dell'autorità giudiziaria. In Italia è difficile verdere un tutore dell'ordine pagare con il carcere i propri abusi (vedasi il caso di Gabriele Sandri). D'altra parte che attendersi da uno stato i cui politici godono di un'impunità pressocchè totale, normale che anche gli armigeri siano ampiamente coperti negli eccessi repressivi e guai puntare il dito sui corpi armati dello stato democratico!


Calci e manganellate non hanno ideologia, ottengono solo lo stesso doloroso effetto, sia se elargiti a Teheran che a Genova, tuttavia dubito che pasdaran e poliziotti possano mai finire dietro le sbarre per abuso di potere e violenze personali. Mentre in una società civile, reati ed abusi commessi da chi è preposto alla loro prevenzione e repressione, andrebbero più severamente puniti.


Si respira un clima pesante tra i 63.000 detenuti, di cui la metà in attesa di giudizio, costipati in uno spazio pensato per 43.000. Un clima pesante soprattutto tra quei 23.000 stranieri, che continuano ad affluire nelle prigioni al ritmo di 1000 al mese insieme alla moltitudine di consumatori e piccoli spacciatori di droghe che costituiscono il 40% della popolazione carceraria. La legge Fini-Giovanardi sulle droghe e quella più recente che istituisce il reato di clandestinità garantiranno un cospicuo flusso di disgraziati nella fabbrica di sofferenza che è il carcere, per gli anni a venire. Ciononostante, di soldi per nuove prigioni (e relativo personale) non ve ne sono, per cui sarà bene abituarci alle morti nei carceri.

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