lunedì 4 gennaio 2010

Bye bye Air Comet (cronaca della fine di un'aerolinea)

Ho acquistato online il biglietto aereo Roma-Buenos Aires-Roma, dopo una ricerca approfondita per scovare l'offerta più conveniente in termini di prezzo, durata biglietto, tempo di volo, numero di scali, penali e rimborsi in caso di cambi o rinunce. Molto dipende da quanto tempo prima si acquista il biglietto, io l'ho fatto circa un mese prima della partenza e molte buone offerte me le ero già lasciate sfuggire, soprattutto Iberia. Così ho acquistato un passaggio da Air Comet, Madrid-Buenos Aires e viceversa, più un altro da Iberia per la tratta Roma-Madrid a/r. Primo errore: molto meglio acquistare biglietti da operatori associati tra loro, meglio se da un unico operatore, saremo riposizionati in caso di ritardi. Iberia e Air Comet non lo erano. L'errore successivo è stato quello di non informarmi, sempre su internet, sullo stato di salute della compagnia Air Comet, prima di acquistare il biglietto. La curiosità m'è venuta solo dopo ed ho scoperto che non navigava in buone acque, con molti debiti e stipendi pagati in ritardo. Ahi! Mi si è come accesa una spia rossa in testa e il pensiero che il paio di centinaia di euro risparmiati sarebbero potuti costarmi ben più cari, mi si è affacciato nella mente, ma l'ho subito ricacciato indietro, ripensando alle vicende Alitalia, che seppur ad un passo dal baratro, i suoi passeggeri li aveva in qualche modo garantiti.

Ero in dubbio se programmare il ritorno per l'inizio di dicembre o poco prima di Natale, alla fine ho optato per la prima soluzione pensando che il periodo natalizio avrebbe comportato maggior traffico e affollamento degli aeroporti. Non sapevo ancora che si sarebbe rivelata una scelta fortunata. Quando è arrivato il giorno della partenza, mi sono imbarcato sul volo Iberia alla volta di Madrid, dove in serata era prevista la partenza del volo MPD039 Madrid-Buenos Aires, di Air Comet. Imbarco affollato, Airbus pieno, anche se fortunatamente abbastanza nuovo. Decollo tranquillo, viene servita la cena e ci ritroviamo sull'Atlantico. Gli schermi a cristalli liquidi davanti a ciascun passeggero mostrano le informazioni di volo, con la visualizzazione dell'aereo sulla mappa. A circa metà del volo, in cabina le luci erano quelle notturne e la maggior parte dei passeggeri dormiva, o almeno tentava, come me, seduto nello spazio angusto dell’economy class. Allorché m'accorgo che avevamo invertito la rotta, sì proprio lì nell'area non coperta dai radar dove era scomparso il volo Air France Rio-Paris, qualche mese addietro. Dopo aver fatto un 180 gradi, l'aereo stava ritornando indietro. Lentamente i passeggeri sono andati destandosi e la preoccupazione aumentava dal momento che assistenti di volo non se ne vedevano e non c'era stato alcun annuncio.

L'annuncio è arrivato dopo quasi mezz'ora. Il comandante ha spiegato che il Brasile aveva negato il permesso di sorvolo ed il carburante rimasto non consentiva una rotta alternativa. Sinceramente ho avuto qualche dubbio, dal momento che non avevo mai sentito che un paese negasse il permesso di sorvolo ad un aereo di linea a meno di gravi motivi di sicurezza. Quali potevano essere questi motivi, visto che non eravamo neppure diretti in Brasile?

14 ore dopo la nostra partenza da Madrid, siamo arrivati a... Madrid. E' mattina presto. L'atterraggio avviene normalmente, senza mezzi d'emergenza a bordo pista, quindi s'è trattato proprio di un rifiuto brasiliano, probabilmente dovuto alla morosità di Air Comet. Comunque la circostanza è così insolita, che troviamo persino la stampa all'uscita dell'aeroporto di Barajas, venuta ad intervistarci. Me compreso, che approfitto per rilasciare una dichiarazione infuocata sulla compagnia del presidente degli industriali spagnoli, Dìaz Ferràn.

Veniamo condotti all'hotel Auditorium, nei paraggi dell'aeroporto, ci diamo una rifocillata e dopo poco scendiamo nel salone per conoscere il programma. Ormai abbiamo socializzato, come qualunque gruppo dei passeggeri che condivide un'insolita avventura. Alcuni cercano di sdrammatizzare, altri hanno avuto una paura fottuta, molti sono semplicemente incazzati perché gli sono saltati i programmi ed il prosieguo del viaggio s'è complicato. Tanto che c'è chi ha deciso di rinunciare, riservandosi di chiedere un rimborso. Ma la maggior parte pretende di ripartire subito e per dare maggior forza alla loro richiesta, esigono di essere portati subito all'aeroporto battendo le mani e fischiando davanti alla reception dell'hotel. Arrivano i responsabili dell'albergo, che si trovano a gestire questa patata bollente passatagli da Air Comet, e cercano di calmare gli animi. Alla fine arriva anche la polizia e la situazione si placa un po'. Per far vedere di darsi da fare, gli agenti controllano i documenti di Rodrigo e il suo gruppo rock argentino, di ritorno da un viaggio premio in Europa, probabilmente per il loro aspetto. Una parte dei passeggeri ottiene di essere riportata in aeroporto con il pullman dell'hotel. Agli altri che rimangono, tra cui io, viene servita la cena al buffet. Dopo un po' arriva di nuovo la stampa fuori dell'hotel, alcuni escono a farsi intervistare. Io preferisco continuare la cena con un gruppo di spagnoli in partenza per una vacanza in Argentina.

Dopo cena finalmente si riparte. Alcuni pullman ci vengono a prendere e ci imbarchiamo di nuovo alla volta di Buenos Aires, questa volta passando per Lima. Verso la mezzanotte il nostro aereo decolla, a bordo veniamo trattati con più riguardo e ci viene attivata la console multimediale gratuitamente. Mi vedo 3 film con Tom Cruise in lingua spagnola, ascolto parte del Flauto Magico e gioco a diversi videogame durante il lungo volo. Atterriamo in una Lima coperta da una coltre di nubi che nascondono la vista delle Ande e del Pacifico. 4 ore di attesa in aeroporto e ripartiamo per Buenos Aires. Non era previsto che passassi per il Perù ed un po' mi dispiace di non potermi fermare qualche giorno a visitarlo. Chissà quando ci ritornerò (se ci ritornerò).

All'arrivo ad Ezeiza, aeroporto di Buenos Aires, sono come uno zombie e quando scopro che mi hanno smarrito la valigia, non ho neppure la forza d'incazzarmi. Compilo il modulo di reclamo quasi sotto dettatura e mi lascio trasportare all'hotel Colon, a spese di Air Comet, giacché la prenotazione al mio hostel era ormai saltata. Rimango ospite per un giorno nell'hotel Colon, sull'avenida 9 de Julio di Buenos Aires, in compagnia dei Greets, il gruppo rock argentino di Rodrigo, il mio vicino di posto durante tutti e due i voli, ed una coppia di donne argentine, madre e figlia, passeggere abituali di Air Comet e, fino ad allora, entusiaste della compagnia.

La mia valigia verrà trovata una settimana più tardi e inviata all'aeroporto di Montevideo, dove nel frattempo ero giunto. Tuttavia il suo recupero non è stato così immediato. Avvertito con una mail dell'arrivo della valigia, ho dovuto attendere 4 ore in aeroporto per scoprire che avrebbe tardato ulteriormente. Così ci sono dovuto ritornare la mattina successiva.

Dal mio arrivo in Sudamerica cercavo di tenermi costantemente aggiornato sulla situazione di Air Comet, giacché si stava prospettando un'agitazione sindacale da parte dei suoi dipendenti, senza stipendio già da alcuni mesi. Alla metà di novembre viene programmato uno sciopero di 4 giorni a partire dall'1 di dicembre. Ahi, il mio ritorno era programmato per il 4. Spero che alla fine lo sciopero possa essere revocato. Le notizie che leggo raccontano del proprietario, Dìaz Ferràn, e del suo socio Gonzalo Pascual, alla ricerca frenetica di un prestito. Comincio così pian piano a conoscere la storia e le ultime vicissitudini di Air Comet e del gruppo Marsans che la controlla. Al suo apice, nel 2007, la compagnia disponeva di 16 aerei e molti altri ne aveva commissionato ad Airbus. Il gruppo Marsans era proprietario anche di Spanair, di tour operator in Europa e in Sudamerica, dove possedeva anche Aerolinas Argentinas, con cui avevo volato nel precedente viaggio. A quell'epoca anche Aerolinas Argentinas era sull'orlo del fallimento, ma di lì a poco è stata ri-nazionalizzata dalla presidente Cristina Fernandez, contro la volontà dei proprietari che lamentavano una perdita. Da quell'evento si può dire sia iniziato il declino del gruppo Marsans e di Air Comet.


Durante il mio soggiorno in Uruguay continuavo a leggere notizie contrastanti riguardo alla compagnia. Un giorno sembrava che stesse per vendere la filiale argentina di Viajes Marsanes, un altro lo sciopero veniva riconfermato dai lavoratori sempre più adirati, nonostante le promesse di pagamento. Mi è sembrata una buona notizia il ripristino della rotta diretta Madrid-Buenos Aires, verso la fine di novembre. Significava che almeno il Brasile era stato pagato, anche se la lista dei creditori restava lunga. Ho chiamato diverse volte ai loro call center in Argentina ed in Italia, ma ovviamente non potevano che rassicurarmi riguardo al mio volo di ritorno.

Invece, alcuni giorni prima vengo avvisato con una mail dello spostamento al giorno successivo del mio volo. Ovvio, lo sciopero terminava il 4 e il mio volo era stato spostato al 5. Questo mi faceva saltare la coincidenza con il volo Iberia, Madrid-Roma. Avrei dovuto spostarlo, ovviamente pagando una penale di cui (forse) avrei potuto chiedere il rimborso ad Air Comet. Questi inconvenienti creano disagi a catena. Io avevo prenotato l'hostel di Buenos Aires fino al 4 dicembre e sono stato in forse sulla disponibilità di posto fino al giorno prima, giacché in quella settimana erano in programma 3 concerti degli AC/DC a Buenos Aires e la città era piena di loro fans, giunti anche da altre nazioni vicine.

Il 5 dicembre finalmente m'imbarco e parto alla volta di Madrid, insieme a molti altri passeggeri danneggiati dal cambio. A bordo le hostess mi sembrano più tristi e preoccupate della volta precedente. L'Airbus è al solito pieno, ma il volo è regolare. A Madrid sono fortunato e una comprensiva impiegata dell'Iberia mi fa pagare solo 50 euro di differenza per imbarcarmi sul prossimo volo diretto a Roma. Finalmente sono a casa, ma la paura di qualche altro imprevisto mi ha accompagnato per tutto il ritorno.

15 giorni dopo, Air Comet cessa la sua attività. Su ordine di un giudice inglese vengono pignorati i suoi 5 Airbus, per un debito insoluto verso una banca. La compagnia manda a casa 660 dipendenti senza stipendi già da diversi mesi, ad ingrossare le file dei disoccupati spagnoli. Sono lasciati a terra, durante le vacanze natalizie, almeno 7000 passeggeri in possesso di biglietti, che Air Comet ha continuato a vendere su internet fino al giorno prima. La compagnia low-cost era quella maggiormente utilizzata da emigrati sudamericani. Migliaia di poveri viaggiatori che dovranno ricomprarsi il biglietto, mentre la confindustria spagnola conferma la fiducia nel suo presidente Dìaz Ferràn, proprietario di Air Comet, affogata nei suoi 300 milioni di debito.


* Nella foto di testa: il mio aereo fotografato durante lo scalo a Lima