lunedì 8 febbraio 2010

Il Maligno


Se fossi un esoterista, penserei che il demonio sta completando il suo dominio sul mondo. Giustificherei la china fatale che l’umanità ha intrapreso nell’ultimo capitolo della sua storia, con l’espansione delle forze maligne che anelano trascinare il genere umano nel’abisso infernale. Mi spiegherei perchè catastrofi naturali o causate dall'uomo, sempre più di frequente si accaniscano tanto contro gli ultimi della terra.

Mi sarebbe chiaro perché il denaro – sterco del demonio – sia divenuto feticcio e carburante di ogni attività umana, fino a dotarsi di vita propria, per replicarsi all’infinito. Potrei vedere nitidamente le ragioni della fine dell’equilibrio armonico tra uomo e natura, ridotta ormai a mera fonte d’arricchimento, attraverso lo sfruttamento selvaggio e il suo inquinamento dissennato.

Capirei il motivo profondo che trasforma le vittime in carnefici, lo sfruttato in sfruttatore, il povero operaio in avido capitalista, in virtù del denaro, alimento e al tempo stesso droga seducente. Il suo possesso fornisce l’energia per realizzare le cose e, al pari degli elettroni di un atomo, consente di portarsi ad un livello energetico superiore, condiviso da tutti quelli che ne posseggono altrettanto.

Ciascuno degli infiniti livelli di ricchezza è caratterizzato da un determinato consumo energetico, in termini di risorse naturali. I poveri ne possono dissipare ben poche, permanendo così ad un livello energetico inferiore. Nessuno desidera essere più povero del proprio livello di ricchezza, nessuno vuole scendere dal proprio livello di sperpero, anzi la quasi totalità desidera consumare sempre di più. Tutti vogliono salire nel grado di ricchezza, nella scala sociale, nel livello di consumo, nella capacità di influenzare le scelte altrui. E tutto ciò lo si ottiene con i soldi, diventati ormai fine supremo, che qualunque mezzo giustifica. Certo, esistono ancora le leggi, ma vengono sempre più contorte e disattese da chi del denaro ha fatto il proprio idolo, e sono sempre di più.

Nel mondo globalizzato non sono più gli ideali, le ideologie o la fede a muovere l’attività umana, bensì il solo capitale, che si avventa famelico su ogni iniziativa lucrativa, traendone il massimo profitto nel minor tempo possibile, salvo lasciare degrado e depauperamento quando il lucro cessa, per correre ad avventarsi su di una nuova preda.

Comprenderei bene come l’avidità di denaro disgreghi i legami sociali, trasformandoli in rapporti individuali d’interesse, corrompendo anche le coscienze degli uomini preposti al bene pubblico, che – indifferentemente dalla loro appartenenza politica – perseguono sempre più impunemente il proprio esclusivo interesse, avendo come corollario l’estinzione della solidarietà umana a vantaggio dell’egoismo e dell’intolleranza verso il prossimo, percepito solo come pericoloso concorrente.

Infine vedrei in questo cupo dissolvimento della civiltà umana, omogeneizzata nel frullatore della globalizzazione, un chiaro segno del destino che ci attende al capolinea della nostra storia, avendo infranto l’equilibrio della vita per l’imperativo della crescita illimitata che, al pari di una metastasi o di un virus, conduce immancabilmente a morte l’organismo che gli permette di vivere.