mercoledì 28 ottobre 2009

Mail di risposta ad un mio amico imprenditore

Ciao Luca,
anche per me è un piacere sentirti, uno dei pochi di questi tempi. Tu preferisci non parlare della tua situazione drammatica, io invece voglio sfogarmi un po' e ti racconto che è dall'inizio di quest'anno che non lavoro (e non guadagno. Ho dovuto persino ricorrere all'avvocato per farmi pagare il lavoro fatto!). Ho chiuso la partita iva e dato via la mia auto per contenere le spese, praticamente vado avanti con i risparmi degli anni passati che, molto saggiamente, siamo riusciti a mettere da parte. Per fortuna la casa è interamente pagata e le figlie sono grandicelle (la prima lavora come precaria a 600 euro/mese, l'altra sta al terzo anno di liceo). Mia moglie cerca di darsi da fare come può (è psicologa), ma lavoro non se ne vede. Mio fratello è stato licenziato insieme a tutti i suoi colleghi per liquidazione della ditta che appena 8 mesi fa aveva rilevato il loro ramo d'azienda, tutti rischiano di non vedere la liquidazione oltre a non avere più diritto alla cassa integrazione.

Caro Luca, dire che la situazione è nera è un eufemismo. Il problema è che s'è sgretolato il tessuto industriale del nostro (ma non solo) settore e temo che non si tornerà mai più come prima. Avevo pensato anche di aprire una piccola attività commerciale (del genere gelateria/pizzeria), ma quelli che già ce l'hanno lamentano anch'essi grosse difficoltà, e di questi tempi è più facile perderli - i soldi - che farli (a meno di non averne tanti).

Posso solo consolarmi constatando che c'è tanta povera gente che sta molto peggio di me e deve andare alla Caritas per racimolare il cibo, però è una ben misera consolazione. Ho in tasca un biglietto per il Sudamerica, dove sono già stato all'inizio di quest'anno. In Uruguay ci sono delle buone possibilità (pensa che è il primo produttore di software del Sudamerica) e nonostante la crisi, la sua economia continua a crescere. Rilevare un'attività potrebbe essere alla mia portata e non ho riscontrato particolari difficoltà d'integrazione e lavoro. Il problema è che vado solo e da soli diventa tutto più difficile, speciamente se si sono superati i cinquant'anni. Ciononostante cerco di essere ottimista, ma non sulla situazione nazionale che potrebbe addirittura peggiorare (il debito pubblico non può continuare a crescere e presto o tardi l'inflazione riprenderà, il rischio concreto è che non si riesca più a collocare i titoli pubblici, con conseguente riduzione degli stipendi e delle pensioni, nonchè moratoria di tutti i pagamenti dello stato), quanto sulle mie capacità e fortuna - che dovrebbe aiutare gli audaci.

Perdonami se con il mio sfogo ti ho depresso ulteriormente, ma temo che siamo prossimi al "si salvi chi può", e d'altro canto basta fare un giro per le (ex) zone industriali nell'interland delle grandi città per farsi venire lo sconforto. Questo è quanto, ti mando un abbraccio sincero in attesa di risentirti.

sabato 24 ottobre 2009

Uruguay, legge in omaggio per Berlusconi

"C'è un paese, piccolo e lontano, in cui la sinistra anziché rinnegare le sue radici e dividersi le rivendica e si unisce (non solo ma, miracolo, riesce a stare insieme). C'è un paese, piccolo e lontano, in cui - un caso forse unico al mondo -, il probabile prossimo presidente della repubblica dice che anziché alzare muri e respingere clandestini aprirà le porte agli immigrati e a chi voglia venirci a vivere e lavorare." [Il Manifesto]

di Eduardo Galeano
Manca molto poco al momento in cui il popolo uruguayano eleggerà il nuovo governo. Nello stesso tempo, nelle stesse urne, si sottoporrà a referendum la possibilità di liberarci di due bastoni messi nelle ruote della democrazia. Uno è quello che impedisce il voto per posta agli uruguayani che vivono all'estero. La legge elettorale, cieca di una cecità burocratica, confonde l'identità col domicilio. Dimmi dove vivi e ti dirò chi sei. Gli uruguayani della patria pellegrina, in maggioranza giovani, non hanno diritto di voto se non possono pagarsi il viaggio. Il nostro paese, un paese di vecchi, non solo ha castigato i giovani, per anni, negando loro il lavoro e obbligandoli all'esilio, ma per di più continua a negar loro l'esercizio del più elementare dei diritti democratici. Nessuno se ne va perché vuole. Quelli che se ne sono andati sono dei traditori? E' traditore un uruguayano su cinque? Traditore o tradito?
Speriamo che noi uruguayani la facciamo finita una volta per tutte con questa discriminazione che ci mutila.
E speriamo di farla finita anche con un'altra discriminazione ancora peggiore, la legge d'impunità, la Legge di caducità della pretesa punitiva dello Stato, battezzata con quel nome rocambolesco dagli specialisti nell'arte di non chiamare le cose con il loro nome.
La Corte suprema di giustizia ha appena sentenziato che quella legge viola la costituzione. Da molto tempo prima si sapeva che viola anche la nostra dignità nazionale e la nostra vocazione democratica. E' una triste eredità della dittatura militare, che ci ha condannato a pagare i suoi debiti e a dimenticare i suoi crimini.
Tuttavia, vent'anni fa, questa legge infame fu confermata da un referendum popolare. Alcuni di noi che proposero quel referendum, sono di nuovo qui a riproporla oggi, e con molto orgoglio: allora perdemmo, per pochissimo però perdemmo, ma non ce ne siamo pentiti. Crediamo che quella nostra sconfitta fu dovuta in grande misura alla paura, un bombardamento pubblicitario che identificava la giustizia con la vendetta e annunciava l'apocalisse, la lunga ombra della dittatura che non voleva andarsene; e crediamo che il nostro paese abbia dimostrato, in questi primi anni di governo del Frente Amplio, che ormai non è più quel paese paralizzato dalla paura.
E' questo che crediamo e spero di non sbagliarmi.
Speriamo che domenica trionfi il senso comune. Il senso comune ci dice che l'impunità stimola il delinquente. Il colpo di stato in Honduras non fa che confermarlo. Chi si può sorprendere se i militari honduregni hanno fatto quello che hanno sempre fatto da molti anni, con l'addestramento del Pentagono e il placet della Casa bianca?
La lotta contro l'impunità, l'impunità dei poteri forti e dei poterucoli, sta prendendo forza nei quattro punti cardinali del mondo. Speriamo anche noi di poter dare il nostro contributo a smascherare i difensori dell'impunità, che ipocritamente alzano il loro grido al cielo di fronte all'insicurezza pubblica per quanto sappiano bene che i ladri di polli e i bulli di quartiere sono buoni alunni dei banchieri e dei generali ricompensati per le loro gesta criminali.
Speriamo che domenica prossima sia confermata la nostra fede in una democrazia senza mostrine, né le mostrine dell'uniforme militare né le mostrine del denaro.
Speriamo di poter incartare questa legge in un bel cellofan, metterla dentro un pacchetto ben confezionato, con tanto di fiocco, e mandarla in regalo a Silvio Berlusconi. Questo gran mago dell'impunità universale, che è passato per più di sessanta processi e non sa cosa sia il carcere neanche di sfuggita, apprezzerà l'omaggio e certamente saprà trovarla di qualche utilità.
Speriamo.
L'unica cosa sicura è che, succeda quel che succeda, la storia continuerà, e continuerà l'incessante lotta fra la libertà e la paura.
Io sono solito invocare una parola magica, una parola che apre le porte, che è, forse, la più universale di tutte. E' la parola abracadabra, che in ebreo antico significa: Manda il tuo fuoco, fino alla fine. A mo' di omaggio a tutti i fuochi camminanti, che vanno aprendo porte lungo le strade del mondo, la ripeto adesso: camminanti della giustizia, portatori del fuoco sacro, abracadabra compañeros!

* Discorso pronunciato all'Obelisco di Montevideo, la notte del 20 ottobre scorso, per la chiusura della campagna contro la legge d'impunità

venerdì 9 ottobre 2009

Il mio condominio


Io vivo in un gigantesco condominio, così grande che si estende a perdita d’occhio. Asfalto, cemento e mattoni ricoprono quelli che una volta erano campi e boschi. Il condominio continua a crescere e ai suoi confini ogni giorno sorgono nuovi edifici con il cartello vendesi. Ogni tanto si ristrutturano vecchi palazzi ed al loro posto ne sorgono di nuovi e più grandi. Ultimamente si costruiscono moderni centri commerciali su campetti di calcio trasandati e parchi giochi trascurati, aree verdi dismesse spesso ritrovo di tossici. Al loro posto sorgono ampi parcheggi illuminati e comodi supermercati condizionati, molto più utili alla gente che va sempre di fretta e fa la spesa una volta alla settimana. Dove le signore ben curate travasano nei SUV capienti il contenuto del carrello stracolmo con gli stessi gesti di milioni di altre donne del mondo opulento.

Il mio condominio è particolarmente litigioso. Ogni condominio ha la sua brava dose di liti e contenziosi tra condomini, ma questo, credetemi, è decisamente al di sopra della media. Ovviamente il massimo dei contrasti si ha in concomitanza dell’elezione dell’amministratore. Questo dovrebbe cercare di limitare le spese condominiali e migliorare la vita del condominio, curando i servizi e la manutenzione, nonché la sicurezza. Eppure accade che ogni amministratore venga tacciato dalla fazione avversaria di corruzione, interesse privato, scarse capacità e via dicendo. Negli ultimi anni la litigiosità è andata aumentando anche grazie alla comparsa di un nuovo amministratore brianzolo, già titolare della ditta che ha in appalto parte degli impianti d’antenna. All’inizio sembrava una persona affabile, capace ed onesta, soprattutto dopo lo scandalo che aveva coinvolto i vecchi amministratori, scoperti a prendere bustarelle su ogni spesa, avevano portato il condominio ad un grosso indebitamento con le banche. Per fortuna erano intervenuti i carabinieri a porre fine a quello scandalo.
Sono convinto che il fatto di poter entrare in tutte le case per la manutenzione delle centraline TV, abbia favorito questo Bernardoni, che ha potuto convincere facilmente tutte quelle vecchiette sole a dargli la delega per l’assemblea (si mormora che ci abbia provato pesantemente con qualche giovane donna trovata sola in casa, e qualche bonazza dev’esserci anche stata, viste le nomine dei sindaci). Agli uomini invece ha promesso di chiudere un occhio sui piccoli abusi condominiali che in fondo tutti abbiamo fatto. Infine ha saputo girare a proprio favore la critica di mancanza d’esperienza nell’amministrazione di condomini, asserendo che ciò ne attestava l’estraneità da pratiche di corruzione, mentre poteva vantare una proficua esperienza nella gestione della sua ditta. Non tutti ricordarono allora che l’appalto alla sua ditta era stato dato proprio da quell’amministratore poi condannato e fuggito all’estero.
Bernardoni si fece eleggere amministratore e in quella veste si rivelò presto meno affabile di prima, connotandosi quale personaggio totalmente empatico, in grado di provocare negli altri la simpatia più sviscerata o una ripulsa incontenibile. Insomma, un uomo capace più di dividere che di mettere d’accordo ed infatti la litigiosità è andata di pari passo aumentando nel condominio.

Fatto sta che al successivo rinnovo della carica, si ritrovò contro una buona metà dei condomini, che elessero un altro amministratore, questa volta venne scelto un professore dall’aspetto bonario. Il professore si dimostrò tecnicamente più capace nella gestione del condominio ed i conti andarono migliorando. Ci fu un breve periodo di tranquilla amministrazione che, pur se ben condotta, scontentava un po’ tutti. I sostenitori di Bernardoni, che non perdevano occasione per dare addosso al professore. Le ditte appaltatrici, che facevano un po’ più di fatica a spuntare i prezzi migliori. Gli stessi condomini che l’avevano eletto, che sognavano un amministratore che facesse rifiorire il condominio, diventato in verità negli ultimi anni sempre più sporco e trascurato. C’era anche il problema degli immigrati che sempre più numerosi trovavano da fare lavoretti nel condominio, robe di pulizia, manovalanza ed assistenza agli anziani, che nessuno di noi vuole più fare. Gli immigrati vivono nelle cantine affittate da qualche condomino, ammassati in spazi angusti e puzzolenti. Ci fanno comodo e ci fanno anche guadagnare qualcosa, ma sono diventati tanti, troppi, cominciano a fare paura. Alcuni entrano nelle case e rubano, altri stuprano, quelli che non lavorano come vivono? Allora la fazione più tosta di condomini s’è incazzata ed ha fatto dimettere il debole professore. Si è votato di nuovo e Bernardoni è tornato a fare l’amministratore. Il primo problema che si è trovato ad affrontare è stato quello dei cassonetti della spazzatura sempre pieni e puzzolenti in alcune zone del condominio. Con piglio decisionista (e polizia a supporto) ha fatto travasare la spazzatura nei cassonetti delle zone più periferiche, dove vivono 4 gatti sfigati che si possono ben sentire la puzza senza doversi lamentar troppo. Plauso di tutti i condomini, tranne quei 4 gatti sfigati. Per gli immigrati s’è deciso di istituire delle ronde di condomini, le puttane che battevano sotto i palazzi sono state allontanate a forza, ma restano tollerate quelle che lo fanno in casa. Nonostante la sfiga che lo perseguita ogni volta che viene nominato amministratore, Bernardoni ha avviato un mucchio di nuove opere condominiali. Certo, il crollo di qualche palazzina fatiscente – ampiamente previsto – è una cosa che dispiace, specie se rimane gente sepolta sotto, ma l’importante è rinnovare il condominio.
Ora qualche pettegola dice di aver visto l’amministratore portarsi delle zoccole negli appartamenti sfitti di cui ha la disponibilità, la cosa deve essere arrivata anche all’orecchio della moglie, che ha chiesto il divorzio dopo avergli fatto una bella reprimenda pubblica. D’altro canto Bernardoni non ha mai nascosto il suo interesse per le donne, meglio se giovani e belle, e le mani sulle chiappe le allunga quando può. Molti condomini uomini lo invidiano, qualche donna gliela darebbe, se non l’ha già fatto, pur di farsi togliere qualcosina dalla bolletta e scroccare una cena in un locale di lusso. Qualcuno mormora addirittura che una delle zoccole era pure minorenne, ma sono solo voci incontrollate.
Nell’ultimo periodo a Bernardoni gli prende male ogni qual volta si sente attaccato o anche solo criticato. Va in giro con un manipolo di guardie del corpo che tengono lontani i condomini inviperiti. Minaccia denuncie e querele a destra e a manca, nonché di far tagliare acqua e luce a chi vuole ribaltare il voto democratico espresso dai condomini, avvalendosi di calunnie e diffamazioni.
Di recente aveva tentato di cambiare il regolamento condominiale, invocando mano libera nell’attuazione del suo progetto di rinnovamento del condominio, ma un tribunale, a cui si erano rivolti alcuni condomini, glielo ha bocciato. Nel frattempo sono risaltate fuori quelle storie di corruzione riguardanti la sua ditta e i vecchi amministratori, qualcuno vuole vederci chiaro e le semplici assicurazioni di Bernardoni non bastano.
Tutto questo polverone intorno all’amministratore ha nascosto l’aggravarsi delle situazioni di degrado presenti nel condomino. L’amministratore non si fida ormai più di nessuno e getta fango anche sui propri collaboratori, nel timore di essere tradito. Molti condomini s’appassionano alle vicende di Bernardoni dividendosi e litigando tra favorevoli e contrari, alcuni restano sconcertati ad osservare quest’ulteriore degrado del condominio in cui vivono.

Io penso che finché non avremo capito in quale condominio vorremmo vivere, quali differenze sono tollerabili e quali no, quanto deve crescere questo condominio, come trattare e integrare gli immigrati, quali spazi vanno recuperati. Insomma, solo quando ci saremo chiariti sul nostro futuro, si potrà trovare un amministratore che metta in pratica quanto immaginato.

giovedì 8 ottobre 2009

Due vecchi

Due vecchi dai corpi curvi e informi per l'età
ai tengono per mano sulla riva del mare
passeggiando lentamente tra la risacca.

Nel tramonto della loro vita si sostengono a vicenda
e trasmettono tenerezza al solo guardarli.

Li osservo con dolcezza e penso
a quando anch'io sarò al tramonto.

Tra la risacca di un mare placido
chissà se ci sarà qualcuno a tenermi la mano
per accompagnarmi teneramente verso la Morte...