giovedì 10 settembre 2009

La morte di Mike Bongiorno mette alle corde Berlusconi




Colpi e contraccolpi si succedono praticamente tutti i giorni in Italia con Silvio Berlusconi come protagonista stellare. Ieri è morto a Montecarlo Mike Bongiorno, il papà della televisione italiana di intrattenimento. 85 anni, aveva praticamente fondato la RAI con il suo primo programma nel 1954 e quando Berlusconi fece nascere Canale 5 negli anni ’70, Mike fu con lui. Furono insieme 30 anni, fino a che Bongiorno disse addio. Secondo lui perché lo cacciarono.

Era un amico, sono commosso. Non ho mai avuto problemi con lui, ci sono state delle incomprensioni con la dirigenza del gruppo”, ha detto il primo ministro e magnate dell’industria delle TV private, a cui somma il controllo delle due principali reti della televisione pubblica, la RAI. Però in internet si può vedere un video nel quale Mike Bongiorno, che è morto d’infarto, dice che la sua uscita dal gruppo Berlusconi “è stato un mistero”. “Nessuno mi ha dato spiegazioni e non sono riuscito a parlare con Silvio perché non mi ha più risposto al telefono, neppure quando l’ho chiamato per gli auguri di Natale”, ha assicurato.

L’Italia piange sinceramente Mike Bongiorno, che è stato parte della storia di questo paese nel mezzo secolo scorso. Mike ha presentato undici volte il famoso Festival di San Remo. Egli è stato uno degli animatori più famosi d’Europa. E con Berlusconi trasudava rancore.

Il caso Mike Bongiorno mette Berlusconi alle corde, che nega quello che è avvenuto in realtà, perché la maggior parte dei telespettatori guarda i canali RAI e Mediaset e tutti, salvo la terza rete RAI, sono sotto il ferreo controllo del sistema berlusconiano.

Ieri, parlando alla Fiera di Milano, Berlusconi ha negato che la libertà d’espressione e di stampa siano a rischio in Italia per questo avanzamento del potere sui media. “Non sono un dittatore”, ha detto. “La libertà di stampa è stata trasformata nella libertà di insultare, ma io mi sono stancato di ricevere colpi”.

Elogiandosi di nuovo senza misura, ha affermato che “qui c’è un torero che non ha paura di nessuno”. Ha ripetuto che quasi il 70% degli italiani lo appoggiano. “Sono bello e giovane, un imprenditore che come tale non ha il bisogno di rubare”, ha detto. E gli italiani gli credono “perché sanno che i cattocomunisti non verranno a capo dei loro piani”.

Berlusconi ha lanciato una vasta controffensiva dopo quattro mesi di denunce e scandali per le sue presunte avventure sessuali. Vittorio Feltri, direttore del quotidiano “Il Giornale” della famiglia Berlusconi, è colui che ha denunciato, il 28 di agosto, Dino Boffo, ora ex direttore del quotidiano cattolico “Avvenire”, dei vescovi italiani e che dirigeva anche la rete di radio cattoliche e televisione satellitare della Conferenza Episcopale, molto critica con Berlusconi.

Il nuovo obiettivo de “Il Giornale” è il presidente dei deputati: Gianfranco Fini. Feltri lo ha chiamato “compagno” e lo ha accusato di essere sempre più vicino all’opposizione di centrosinistra, nonostante Fini sia appartenuto alla neofascista Alleanza Nazionale. Chi sarà il prossimo?

[Julio Algañaraz - El Clarin - Buenos Aires 9/9/09]


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