sabato 12 settembre 2009

Si salvi chi può!



Al ritorno dalle ferie mio fratello e i suoi colleghi hanno ricevuto il preavviso di licenziamento. L’azienda chiude e va in liquidazione dopo meno di un anno di attività. Nata per rilevare un ramo d’azienda di un’industria più grande in crisi, con un’operazione opaca, disapprovata da dipendenti e sindacato (oltre che da me, forte di 20 anni di collaborazione con quella stessa industria), s’è arrenata in poco tempo, mettendo a rischio le indennità di fine rapporto dei dipendenti, che tra l’altro non possono neppure usufruire della cassa integrazione. Il sospetto è che siano stati retribuiti in questi mesi con le loro stesse liquidazioni.
Mio fratello è sposato, sua moglie non ha un impiego fisso, svolgendo collaborazioni più o meno lunghe che le consentono di arrivare a 1000, 1200 euro quando va bene, al mese. Fortunatamente (!) ancora non hanno figli e pagano un affitto ragionevole. Dovranno stringere la cinchia e cercare di tirare avanti durante l’inevitabile battaglia legale che si preannuncia.

Invece ieri mia figlia ha perso due dei tre lavoretti tra cui si divideva. Il primo e più duraturo, da quasi due anni, come internet raters a cottimo, lo svolgeva al computer da casa per un’azienda irlandese, le rendeva qualche centinaio di euro al mese; rapporto interrotto e senza spiegazioni né preavviso. Il secondo è alla biglietteria di un museo, 80 ore mensili a tempo determinato. A settembre scadeva, ma lei sperava in un rinnovo. Pochi i soldi anche quì, ma intanto facevano mucchio. Da ottobre le rimarrà solo quello di baby-sitter, per qualche ora alla settimana. Lei non é tipo da perdersi d’animo ed ha già iniziato a cercare altri lavori, ma la situazione è quella che è. C’è poco da essere ottimisti, da tutte le parti s’era previsto un autunno drammatico per l’occupazione e puntualmente si sta concretizzando sulla pelle della gente.

L’acqua sale, c’è chi se la ritrova già alla gola, come quei colleghi di mio fratello che tra figli e mutuo già faticavano ad arrivare alla fine del mese. Per me è ancora alla vita, ma la falla mi appare insanabile e ritengo sempre più ragionevole tentare di trovare fuori d’Italia una situazione migliore.

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